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Facebook, un ecosistema mutante

Michael Vittori parla del futuro del social blu

Michael Vittori, dopo la laurea in storia contemporanea, inizia il proprio percorso nel mondo del giornalismo, per poi passare al digital nel 2008 come consulente focalizzato nella pubblicità online, scrivendo poi il libro “Facebook Ads in pratica“, e proprio del social blu parliamo con Vittori.

Facebook si è trasformato da “libro accademico degli studenti” a un ecosistema complesso, che prevede anche una propria valuta: cosa ci dobbiamo aspettare per il prossimo futuro?

Facebook ha capito che la dimensione di semplice social network non è sufficiente a garantirne la longevità (economica e non). Le abitudini delle persone mutano in fretta e captare il cambiamento in tempo non è mai semplice.

Il primo grande cambiamento sarà la trasformazione in social commerce: presto sarà possibile iniziare e concludere il processo d’acquisto all’interno della piattaforma, dalla fase di scoperta di un prodotto fino al suo acquisto. Il lancio di Instagram checkout (ristretto per ora a pochi brand) ne è testimone.

Libra (la valuta di cui accenniamo nel titolo, leggere qui)  verrà introdotta (anche) in questo ecosistema.

La messaggistica è un altro cavallo di battaglia, così come la realtà virtuale. Insomma, Mark (Zuckerberg, fondatore di Facebook: ndr) e soci si stanno muovendo su più livelli e prevedere la prossima mossa è pressoché impossibile!

Michael Vittori

Il Social Blu “spia” ogni singola abitudine degli utenti, e presumibilmente continuerà a farlo. Dove finisce la privacy delle persone e quali sono i rischi nel prossimo futuro?

Diciamolo: siamo stati noi utenti i primi a consegnare la nostra privacy digitale in mano ai colossi mondiali del tech. Si parla tanto (e spesso soltanto) di Facebook, ma cosa fa da sempre Google?

Personalmente non mi disturba lasciare (consapevolmente) i miei dati a questi strumenti, in modo che mi restituiscano i prodotti, servizi ed esperienze in linea con le mie preferenze, così come è ovvio che siano necessarie chiare regolamentazioni, ma dovremmo innanzitutto essere noi stessi a tutelarci, scegliendo quali dati fornire, cosa pubblicare o no.

Spam, Account falsi, Fake News sono fenomeni in costante aumento. Facebook è in grado di difendersi e proteggere i propri utenti?

Facebook si è trovata a combattere una battaglia più grande delle sue capacità e aspettative.

Lo strumento è diventato tanto potente quanto difficile da controllare. La libertà di espressione e pensiero che offrono i social rappresentano il suo stesso vulnus: il male, infatti, non è il mezzo, ma ahimé l’uso che ne fa l’essere umano. Purtroppo è una storia che si ripete.

Mark e soci, però, si stanno adoperando per arginare la problematica delle fake news, affinando l’intelligenza artificiale, cooperando con soggetti terzi “controllori” e incrementando i controlli umani sulla piattaforma.

La tecnologia non arriva e non arriverà ovunque, per questo serve un forte intervento umano che richiede tempo e investimenti. C’è ancora tantissimo da fare, ma Facebook ha capito che su questa partita gioca la propria credibilità.

Molte aziende investono ingenti somme su Facebook per la pubblicità: non c’è il rischio di un monopolio?

Se facciamo riferimento alla sfera della pubblicità online, più che monopolio parlerei oggi di oligarchia. Mark infatti è in buona compagnia: insieme a lui, ci sono Bezos (Amazon), Google e Microsoft.

Gli altri attori (Pinterest, Twitter, Tik Tok, ecc…) al momento sono marginali, avendo fette di mercato ridotte. Non è un caso gli USA stiano cercando di regolamentare questo mercato.

Purtroppo chi ha un business online dev’essere consapevole di questa realtà: stiamo tutti giocando una partita in casa altrui. Se Google decide all’improvviso che il tuo sito web non va più bene, puoi perdere di colpo il 50% della tua visibilità.

Questo è l’aspetto negativo, ma c’è anche un rovescio positivo della medaglia: oggi chiunque – con i giusti requisiti, mentalità e approccio – può avviare un business di successo in rete.

Fino a 10-15 anni fa, tutto questo era semplicemente impensabile.

Michael Vittori
Michael Vittori
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