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È finita l’epoca del wild wild web?

Milano, 10 luglio 2020 – 13:10

di Alessia Cruciani


Qualcosa sta cambiando. Ma una cambiamento da non sottovalutare. Nelle ultime settimane, infatti, molti giganti del web hanno fatto scelte impensabili fino a poco tempo prima. Alcuni esempi: Twitch (di propriet di Amazon) ha sospeso l’account ufficiale del presidente Donald Trump per “condotta odiosa”; YouTube ha eliminato video di estremisti che inneggiavano al razzismo; il social Reddit – pi usato negli Usa – ha “bannato” migliaia di forum con l’accusa di incitazione all’odio, incluso il pi grande forum pro-Trump su Internet. Mentre Facebook, gi boicottato da numerosi inserzionisti pubblicitari, ha rimosso una rete di violenti insurrezionisti antigovernativi che avevano addirittura aperto un negozio sulla sua piattaforma. Si tratta di un caso? O forse sta cambiando qualcosa nel mondo del “www” detto anche “wild wild web” perch segnato da una crescita non regolamentata, dove tutto permesso?

Un interessante articolo del New York Times sottolinea la sensazione che stia prendendo forma una nuova cultura, pi responsabile e meno ingenua di quella che l’ha preceduta. Si inizia a respingere l’idea che esistano piattaforme private dove si pu esprimere qualsiasi idea, non importa quanto sia tossica. Una scelta che va sostenuta perch finora i discorsi infarciti di odio, i frequenti casi di molestie e bullismo, hanno avuto come conseguenza l’allontanamento dal web di tutti coloro che preferiscono conversazioni civili, quelle che possono realmente rendere utile e preziosa la crescita di una comunit online.

Il coronavirus prima (con la disinformazione medica incontrollata) e le manifestazioni per la morte di George Floyd dopo (con l’esigenza di giustizia razziale) hanno inciso profondamente anche sull’industria tecnologica. Che inizialmente era concentrata tutta sulla velocit, sul desiderio di sovvertire gli ordini precedentemente costituiti. Ma gli ex giovani che sono stati protagonisti di quella rivoluzione, seppur spesso impreparati a gestire simili imperi, sono ora criticati dalle nuove generazioni, pi politicamente consapevoli e che pretendono che anche le loro aziende riflettano determinati valori, chiedendo quindi che la partita di giochi con regole precise e arbitri attenti. Anche a scapito del profitto. Ci sono ancora alcune societ che oppongono resistenza, come Facebook, convinte ancora che i social media siano lo specchio della stessa societ offline. Ma ogni giorno si accumulano prove contro queste certezze granitiche, che iniziano a sgretolarsi, costringendo la maggior parte dei leader tecnologici ad assumersi le proprie responsabilit.

Prima di cantare vittoria, per, bisogna aspettare: non detto che le nuove regole verranno applicate ovunque in modo equo o che i nuovi algoritmi non finiscano per sviluppare qualche altra forma di comportamento sociale. L’importante non tornare indietro ma fare in modo che cresca il popolo di utenti desiderosi di vivere in una rete pi responsabile. Anche perch ormai internet non pi solo un mondo virtuale, distinto da quello fisico. Oggi viviamo tutti online e l’ambiente in cui entriamo attraverso i nostri schermi deve essere regolamentato in maniera responsabile. Forse il wild wild web giunto al tramonto, ma il nuovo mondo dovr crescere su altre fondamenta.

10 luglio 2020 | 13:10

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