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Nel 2020 è stato un esperimento: prendi un cast variegato di artisti it pop, mettili sul palco dell’Arena di Verona mentre tutte le venue d’Italia sono chiuse per Covid, trasmetti in streaming e a pagamento per la causa dei lavoratori dello spettacolo. Stavolta diventa qualcosa di diverso: «Heroes» torna in doppia data, 17 e 18 settembre, sempre all’Arena, ma con qualche novità. Stavolta, accanto alla fruizione in streaming, c’è la possibilità di assistere in presenza (pur nel rispetto delle norme anti Covid) e soprattutto c’è un coinvolgimento ancora maggiore degli sponsor.
Marketing e social responsabilty marketing
Per la gioia di chi sostiene che qui da noi – considerando le peculiarità del mercato musicale – i concerti in streaming diventano sostenibili solo se si trasformano a tutti gli effetti in eventi marketing, eccovi allora «Heroes» che diventa «Aperol with Heroes», perché Campari presta il marchio Aperol come title sponsor, mentre Findus è official partner. Resta il tema sociale, ma il focus si sposta dai lavoratori dello spettacolo all’inclusione, con l’ambizione di dare vita a una vera e propria «Mission Diversity», iniziativa realizzata con Music Innovation Hub, in collaborazione con la rete internazionale Keychange e Prs Foundation per l’uguaglianza di genere nell’industria discografica, attraverso la produzione di almeno sei progetti artistici da tutto il mondo che vedano come protagoniste donne e minoranze di genere non rappresentate. Insomma: marketing e social responsability marketing insieme.
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Il cast e il prezzo dei biglietti
Il 17 e 18 settembre a partire dalle 20.30 saliranno così sul palco dell’Arena di Verona 12 artisti della scena musicale pop italiana contemporanea per quattro ore di musica live. Venerdì toccherà ad Ariete, Elodie, Mahmood, Massimo Pericolo, Negramaro e Sangiovanni. Il giorno dopo saranno protagonisti Achille Lauro, Carmen Consoli, Emma, Gazzelle, La Rappresentante di Lista e Madame. Il tutto sulla base di una partneship tra Live Nation, F&P Group e Vivo Concerti, tre tra le maggiori agenzie di promoting italiane e la piattaforma LiveNow. Lato evento in presenza, il pubblico in Arena, considerando le disposizioni anti Covid, non supererà le 5mila persone a serata: prezzi dei biglietti, disponibili sui portali di ticketing TicketOne, Ticketmaster e Viva Ticket, dai 37,50 ai 69,00 euro. Lato streaming, la visione dell’evento costa 9,90 euro.
Non di solo streaming vive il live
Inevitabili i confronti con l’esperienza del 2020, quando «Heroes» era visibile solo in streaming: si collegarono in piattaforma 38mila spettatori, ma i paganti (per circa 10 euro) furono appena 9mila. Numeri che furono un po’ una doccia fredda per quanti sostenevano che l’orizzonte di riferimento per l’industria dei concerti, in tempi di pandemia, era proprio lo streaming, mentre il ministero della Cultura lavorava a quella che sarebbe diventata la piattaforma Itsart. Qualcuno, partendo da quei numeri, sostenne che in Italia (mercato musicale senza artisti «ecumenici» come Billie Eilish o i Bts) il marketing restava la principale risorsa per gli eventi digital first. Le scelte di produzione di «Heroes» sembrano andare proprio in questo senso: «Le partnership rappresentano sicuramente un’opportunità», spiega Cris Nulli, general manager Italia Livenow, «ma stiamo lavorando molto anche con il pre-sale dell’evento in streaming. Diventa difficile prevedere quanti spettatori paganti faremo quest’anno. Le premesse, in ogni caso, sono buone».
I promoter: «Ripartiamo a pieni numeri entro l’anno»
Stavolta non si parla esplicitamente di lavoratori dello spettacolo, ma «Heroes» vuole essere comunque, ancora una volta, l’occasione per far sentire la loro voce al legislatore. Un messaggio per la ripartenza dei live e per chiedere lo sblocco sulla questione della capienza. «Il nostro pensiero comune è una riapertura al 100% senza limitazioni», dicono in coro i ceo di Live Nation Roberto De Luce, Friends and Partner Ferdinando Salzano e Vivo Concerti Clemente Zard. «Chiediamo che si torni a lavorare e che il governo prenda una posizione entro la fine dell’anno». Concerti di prova, come dice il ministro della Cultura Dario Franceschini, magari le date per Cosmo? «L’Europa è già piena di test», taglia corto De Luca. Il problema è che l’Italia, quando parliamo di musica, è molto meno europea di quando si gioca a pallone.
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