
Le aziende Italiane , a dispetto di quanto si creda, investono molto nel miglioramento aziendale.
Acquistano pubblicità, corsi di formazione, investimenti su macchinari, nuove sedi, nuovi computers, etc…
E ancora, creano brochures, biglietti da visita, cartelloni, siti web, pagine social e via di seguito, ma si dimenticano di fare una cosa fondamentale: farlo sapere agli altri!
Ma non è tutto: occorre fare queste cose nel modo corretto, non “presumendo” di sapere come si fa.
Lavorare da 30 anni nel medesimo settore NON vi eleva a esperti di comunicazione
Già, proprio così, le aziende italiane non comunicano, e quelle che lo fanno, spesso, agiscono in modo errato, come ho avuto modo di spiegare varie volte, dando esempi pratici, come in questo articolo sul mio sito: la favola delle aziende di settore .
Tuttavia non c’è da preoccuparsi, perchè si tratta di fenomeni comuni a molte aziende non per loro mancanze, ma solo perchè comunicare , oggi, è una delle cose più complesse da fare per una azienda, indipendentemente dalla sua storia, dimensione o settore di appartenenza.
Ma è altrettanto vero affermare che se non comunichi non esisti, quindi possiamo dire che:
la comunicazione non è un optional.
I potenziali clienti di una azienda vogliono sapere, conoscere, essere informati, capire… per questo fare (solo) pubblicità non produce più risultati congrui: la pubblicità deve essere il veicolo per rendere visibile la comunicazione che, a sua volta, deve adempiere ad un obiettivo diverso dal “vendere qualcosa“.
Comunicare significa dialogare con qualcuno, renderlo edotto e partecipe delle nostre informazioni, in un modo che sia votato unicamente alla sua necessità di capire e conoscere di più riguardo a noi, la nostra aziende, ai nostri prodotti e/o servizi, ma anche al nostro modo di pensare, di lavorare, di migliorarci.
La comunicazione è un percorso lungo e costante, che spesso non manifesta risultati eclatanti e “numericamente” interessanti nel breve termine, ma è il cemento che permette di costruire un rapporto fiduciario con la futura base dei clienti, incrementando quella esistente.
Trasparenza, cordialità, informazione, passione, orgoglio, storia…sono parole che difficilmente potrete spiegare con un cartellone pubblicitario.
Quindi, la prossima volta che un investimento pubblicitario non funzionerà come avreste voluto, fatevi qualche domanda:
- Ho davvero comunicato qualcosa di importante per i clienti? (acquisiti e/o potenziali) o sto solo cercando di aumentare i fatturati?
- Come persona, tale messaggio cosa mi ha comunicato?
- Quel messaggio è il modo giusto per convincere il sig.X ad acquistare i miei prodotti/servizi?
- Ho tenuto conto dei feedback dei clienti precedenti (soprattutto quelli insoddisfatti) comunicando che abbiamo imparato (anche) dai nostri errori?
- Quella azione è sufficiente per far capire al sig.Y quanto amiamo il nostro lavoro?
…e così via…spero che il senso sia chiaro quanto non tecnico 🙂
Successivamente datevi delle risposte sincere che vi forniranno una serie di preziose informazioni che potranno essere usate al meglio per iniziare il percorso di costruzione di una nuova comunicazione.
Buon lavoro e…buona comunicazione!