
Prima la società Usa Verizon
L’americana Verizon si conferma prima in classifica con 69,7 miliardi di dollari di trademark: +1,1% anno su anno e +9% rispetto ai valori pre-Covid del 1° gennaio 2020. Con 60,2 miliardi di dollari, Deutsche Telekom scavalca AT&T (47 miliardi) e sale al secondo posto. A premiare in questo caso è stata soprattutto l’attività negli Usa della controllata T-Mobile con il brand purpose di “T”, «aiutare la collettività ad essere connessa» che sembra aver fatto breccia .
L’Italia delle telco misurata da Brand Finance dal canto suo porta a casa un primato. Ed è di Iliad Italia. Con una crescita del 109% anno su anno è il brand il cui valore cresce di più al mondo. Oggi la compagnia guidata in Italia dall’ad Benedetto Levi è al 130esimo posto nel report con un valore pari a 447 milioni di dollari rispetto ai 214 milioni dello scorso anno. Certo, il valore relativamente basso, soprattutto del 2020, impatta su questa dinamica. Ma Brand Finance rileva che Iliad piace al 51% degli italiani e non piace solo al 7%. E nella sua analisi segnala come a premiare sia «un buon rapporto qualità prezzo» e il fatto che gli utenti vedano questo servizio come «diverso, innovativo, cool e moderno». Inoltre, e la cosa è tutt’altro che secondaria, nella survey di Brand Finance fatta a novembre Iliad si vedeva inserita, dal 69% di chi conosce il marchio, nella lista degli operatori considerati per una migrazione dal proprio operatore.
Il ruolo di Vodafone in Italia
La palma del maggior valore per le telco che operano in Italia va invece a Vodafone: 19,5 miliardi di dollari. Occorre in questo caso considerare che quello espresso è il valore di una multinazionale delle Tlc che opera su molti mercati e che si posiziona, stabile, all’ottavo posto.
Al 22esimo posto si colloca Tim, con un valore del marchio a 7,4 miliardi di dollari e una crescita del 23% che l’ha fatta salire dal 25esimo al 22esimo posto. Un riconoscimento importante per l’ex monopolista alle prese con una fase di rilancio ora affidata al nuovo ad Pietro Labriola che mercoledì presenterà il nuovo piano industriale.
L’altro big, Wind Tre, scende in 57esima posizione: una in meno rispetto all’anno prima e un valore di 2,3 miliardi di dollari. «Un po’ come Tim, dopo qualche anno calante, Wind Tre si sta riprendendo; infatti, rispetto ai valori precovid cresce del 19,5%» spiegano da Brand Finance.
La crescita di Fastweb
Bene, infine, Fastweb che cresce di 5 posizioni a 1,1 miliardi di dollari grazie al +12,5% anno su anno e al +23% rispetto al 1° gennaio 2020. Sarà interessante osservare l’impatto del purpose “Tu sei futuro” appena lanciato dalla controllata di Swisscom. E capire quanto messaggi come questo possano sganciare il settore dalla guerra dei prezzi in corso da anni.
Non a caso il consolidamento è diventata sempre di più la parola chiave. Linkem e Tiscali sono già al lavoro. Ma l’assalto da 11,2 miliardi di euro di Iliad a Vodafone Italia, non andato a buon fine per il momento, è il segnale più chiaro del fatto che il punto di non ritorno è stato superato. Creare valore (e abbandonare la strada della distruzione di valore) è un imperativo.
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