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Achille Lauro si mette in mostra al Mudec

Prosegue l’avventuroso cammino di diversificazione di Achille Lauro, il trapper che vale 15 milioni di euro tra portafoglio contratti (10 milioni) e brand (5 milioni). Dopo le partnership con Gucci e il ruolo di testimonial di Amazon Prime, stavolta Lauro imbocca la strada dell’arte contemporanea. Per 24Ore Cultura ha prodotto il progetto Achille Idol is present che è insieme un libro fotografico, la mostra La Wunderkammer di Achille Lauro, in corso al Mudec fino al 10 ottobre, con memorabilia varie, e una vera e propria performance omaggio a Marina Abramovic in cui l’artista velato di rosso ha incontrato i fan, giocando con loro una partita a scacchi impossibile. Immediatamente soldout su Eventribe i 70 posti per vivere l’esperienza.

Quel Sanremo del 2020

A seguito della performance, un talk con il team che lo accompagna. Il racconto del cantante parte dalla sua prima esperienza sanremese. «Dopo il primo Festival, quello di Rolls Royce», racconta Lauro, «ci siamo detti: perché abbiamo portato quello che facciamo ai concerti ma ci siamo limitati a una semplice canzone? Da per il Sanremo successivo, quello di Me ne frego, ci è venuto in mente di mettere in scena la nostra idea di libertà. Attraverso quattro personaggi: San Francesco, Ziggy Stardust, la Marchesa Casati e la Regina Elisabetta. Concetti cui siamo molto legati. Abbiamo osato, è chiaro. In tutti questi anni eravamo consapevoli che stavamo camminando su un filo. Potevamo fare la storia oppure cadere nel vuoto. Per fortuna è andata bene». Quanto alle accuse di essere un fenomeno costruito a tavolino, il cantante è comprensivo: «La partnership con un grosso marchio come Gucci probabilmente induceva a questi retropensieri. Ma ogni cosa che abbiamo fatto con il mio team l’abbiamo condivisa nel dettaglio».

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Salzano: «Preparazione e improvvisazione in un progetto»

Un Sanremo, quello del 2020, su cui interviene anche Ferdinando Salzano, ceo di Friends & Partners e promoter del trapper: «Quando vidi Lauro nei panni della regina Elisabetta dissi: “Ma davvero volete portare a Sanremo una cosa del genere?” Il concetto, con lui, è sempre osare. Noi tutti possiamo definirci una squadra innamorata di Lauro, questo artista che unisce preparazione e improvvisazione al servizio di un progetto».

Alboni (Warner): «Come artista che ridefinisce i generi»

Marco Alboni, a capo di Warner Music Italia, discografico di Lauro, spiega la scelta di investire sul cantante: «Noi siamo attirati dagli artisti quando ridefiniscono gli standard. Quando ho incontrato Lauro e ho visto come lavorava il suo staff ho avuto piena consapevolezza che eravamo davanti a una sfida molto stimolante. Alla Warner cerchiamo di dare un nostro contributo per aiutarlo a ridefinire il concetto di pop. In Italia e, speriamo, non solo. Dopo questo non so cosa potrà arrivare ma sono curioso».

Il manager Calculli: «Il sogno si chiama borsa»

«Più che un marchio – sottolinea il manager Angelo Calculli – Achille Lauro è un mondo che parte dalla musica e ci permette di spaziare in altri universi». Non ultimo la finanza: scalda i motori l’Nft del cantante. «Il sogno è arrivare a una quotazione in borsa», conclude Calculli. Dopo il battesimo del titolo Universal Music e l’exploit di quello Warner Music, i presupposti non mancano.


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